La mia prima serata da dimenticare…
Allora pensavo che essere strappato nottetempo all’effetto dei miei cari fosse il peggio che mi poteva capitare. In realtà i miei guai erano appena cominciati…
Andare in macchina, tutto sommato, è un’occupazione abbastanza gradevole: il paesaggio è vario, i sedili di pelle comodi anche se un po’ scivolosi e la sensazione del movimento non è per nulla sgradevole, anzi, favorisce il sonno. peccato che nella macchina del nonno a me toccava sedermi dietro, accanto alla mamma. La quale non smetteva mai un secondo di tampinarmi con le sue superflue e non richieste manifestazioni di affetto…
E poi mi sono accorto subito di una cosa: gli essere umani hanno davvero un modo bizzarro di occupare il tempo.
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Ed ora, un po’ di storia…
Ecco, il solito titolo pretenzioso.
Come si faccia a parlare di storia, quando ho si e no 4 mesi, lo sa solo quella spocchiosa letterata di mia madre. Comunque, ecco qui l’antefatto del nostro incontro, in pochi semplici dati.
Sono nato il 20 maggio, in un ridente paesino della Germania del Sud. Non ricordo se fosse di notte, e non ricordo se detta notte fosse buia e tempestosa, ma per amore della finzione letteraria, diremo così. Quindi. Sono nato in una notte buia e tempestosa. Era così buia che la mamma non riusciva nemmeno a trovarci, appena dopo averci partoriti, perchè eravamo troppo neri.