La mia prima volta ai giardinetti
La mia prima volta ai giardinetti
Devo dire che Milano, come città, non mi è piaciuta poi molto. La trovo grigiotta e squallida, non ci sono prati, e quando siamo in giro mi tocca stare con quell’umiliante trabiccolo addosso, a farmi strattonare malamente dalla mamma. Però è innegabile: le grandi città hanno molti vantaggi: la vita sociale, per esempio, è davvero interessante.
Non fraintendetemi, io adoro i miei zii (anche lo zio Bau, quello che non mi considera): però un cane con la mia vivacità intellettuale ha bisogno di continui scambi, di un intenso dialogo di idee, di un poter parlare con gente nuova e diversa, di confrontarsi.
Farlo con la mamma è difficile: lei è davvero molto limitata. E io capisco che mi voglia bene, ma è di una noia mortale, e sembra che abbia fatto del rompermi le palle il suo lavoro a tempo pieno. Insomma, è pesante. Come tutte le madri.
Uno scozzese a Milano
Ecco, la macchina della mamma secondo me non è proprio il massimo… io non mi lamento mai, sono superiore: ma quei sedili sono detestabili. Sono lisci e siccome lei guida in maniera brusca e approssimativa da citrulla quale lei è, io vengo sballottato a sinistra e a destra nel sedile. Davvero fastidioso. Per fortuna il mio nonno adorato le aveva fornito uno splendido cestone in cui posizionarmi, per non farmi ciondolare troppo nel sedile: scomodo, ma meglio di nulla. E anche lei faceva del suo meglio per confortarmi, e l’ho apprezzato: per darle qualche soddisfazione, mi sono dimostrato quasi affabile nei suoi confronti (quanto sono buono!). Però è inutile: preferisco la macchina del nonno (i nonni sono davvero superiori!).

Eccomi, incestato. Una soluzione trovata dal mio adorato nonno per farmi sballonzolare un po' meno...
Poi quel giorno ero stanco, e volevo stare un po’ tranquillo… ma niente, continue avventure si presentavano sulla mia strada.
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